ISOLE EOLIE
Questo è il racconto di 7 giorni di emozioni, di albe e tramonti infuocati, di notti in rada sotto le stelle cadenti, dei profumi sprigionati dalla macchia mediterranea, dei colori del mare, della musica del vento e della vela, il racconto di quel privilegiato senso di libertà. Su queste isole, vi sembrerà di entrare in uno spazio temporale lontano dai nostri tempi. Nella terra di “Iddu” la mente, gli occhi e il cuore si riempiono di immagini e di energia positiva. Effetti collaterali?: Dipendenza. Terapia?: Ripetere tutto da capo il prima possibile.
Questa per me rappresenta la vacanza delle vacanze in barca a vela.
Mi emoziona ripercorrerla nella mia mente, riviverla nel mio cure e raccontarvela con i miei occhi. È in questo paradiso terrestre che il mio amore per la vela, se prima provato a piccoli sorsi, qui prende forma. È su Logica che tutto ciò avviene, un comodo Bavaria Cruiser 46, la barca a vela che mi accoglie in questa vacanza. È a bordo di questa barca che tutto questo amore per il mare e per la navigazione inizia ad avvertirsi dentro me e lentamente a diventare consapevolezza. Scegliere le Isole Eolie per una prima vacanza lunga in barca è stata la scelta migliore che potessi fare. Magia, stupore, energia, amore, profumi, colori, atmosfere, cibo. Sicilia.
Raggiungere le isole Eolie magari può non essere immediato a livello di trasporti, ma vi assicuro che ne vale la pena. Vi innamorerete tutti di queste sette sorelle dell’arcipelago (Panarea, Salina, Stromboli, Alicudi, Filicudi, Vulcano, Lipari) e sarete ripagati da uno spettacolo della natura incredibile. Visitarle è un esperienza unica.
Sono situate lungo la costa nord orientale della Sicilia e sono tutte di origine vulcanica.
Le Isole Eolie sono terra di storia, di cultura, di mitologia e di magia. Sono le isole del “Signore dei venti” il dio Eolo, al quale devono il loro nome.
Eolo ebbe da Zeus il compito di manovrare e controllare i venti. Li dirigeva e li liberava custodendoli dentro un otre di pelle.
L’intreccio della tradizione siciliana con quella greca è narrata in alcuni versi dell’Odissea di Omero, nel racconto che vede Ulisse reduce dalla guerra di Troia, ospitato in queste isole dal dio Eolo, che dopo aver ascoltato i racconti dell’eroe ellenico decide di dargli in dono proprio una delle sue otri di pelle dentro la quale erano rinchiusi i venti contrari alla navigazione. Grazie a questo dono, Ulisse avrebbe potuto affrontare il viaggio di ritorno verso la sua Itaca protetto e accompagnato dal dolce e favorevole Zefiro.
Il mio viaggio si svolge alla fine del mese giugno. Credo sia un periodo dell’anno perfetto per visitarle. Il clima è mite, non fa caldissimo e soprattutto non sono ancora affollate come nel mese di agosto. In genere ci si imbarca sull’isola di Lipari, ma per me questa vacanza inizia sulla costa italiana calabrese: a Tropea.
PANAREA (giorno 1)
Dopo circa 6 ore di navigazione da Tropea arrivo a Panarea, l’isola più piccola dell’arcipelago Eoliano, ha una superficie di soli 3 kmq. Fanno da cornice a Panarea i vicini isolotti di Lisca Bianca, Lisca Nera, le Formiche e lo scoglio di Basiluzzo. Buttiamo l’ancora e facciamo il primo tuffo in paradiso. L’atmosfera inizia a essere quella rilassata e lenta che le Isole Eolie trasmettono.
Scendiamo a terra verso l’ora del tramonto con il tender, un passeggiata a piedi per raggiungere il centro e un aperitivo al tramonto al Raya di Panarea una terrazza sul mare con davanti il vulcano di Stromboli. Panarea oggi è un rinomato centro turistico, è nota per essere la più mondana e per essere frequentata da personaggi del jet set soprattutto nei periodi estivi.
Dopo l’aperitivo si torna il rada. Il nostro capitano ci ha preparato la prima di una lunga serie di cene fantastiche. Cibo, musica, vino, naso all’insù e un cielo invaso da stelle. È subito magia.
STROMBOLI (giorno 2)
La mattina dopo la colazione rotta verso Stromboli. I trasferimenti alle isole Eolie non sono mai lunghissimi, dalle 2 alle 3 ore di navigazione al giorno. Stromboli è l’isola per eccellenza dell’energia. L’sola del vulcano, “Iddu”. La sua presenza si avverte appena sbarcati. Scendo a terra scalza. Adoro la barca a vela per questo. Posso non infilare più le scarpe per giorni. Sono a contatto con la terra, assorbo energia mi ricarico, torno nuova.
Delle sette isole dell’arcipelago, Stromboli è l’unica con un’attività vulcanica permanente. L’approdo è alla spiaggia di Scari, la spiaggia nera con le barche dei pescatori tirate a secco. Il paesaggio è lunare già ad osservarlo da qui. Un giro del paese è d’obbligo. Ovviamente Stomboli è tutta in salita.
Qua le case hanno conservato in parte l’antico stile eoliano: casette bianche di forma cubica, di struttura semplice e forma che meglio resisteva alle continue scosse del vulcano. Fichi d’india, piante di capperi, gerani e buganvillee, calette di spiagge nere incastonate tra costoni di pietra lavica, scorci di paesaggi ricchi di fascino, lungo la passeggiata che porta in paese.
Una tappa fissa al ritrovo Ingrid nota per le sue granite e per lo spettacolo che si può ammirare dalla sua terrazza. Davanti allo Stromboli a circa 1 miglio si erge uno scoglio alto circa 50 metri, con un faro tuttora in funzione, chiamato Strombolicchio. Si dice che sia una parte di lava interna e solidificata del più vecchio cono vulcanico di tutte le Eolie.(il tappo, il cappello, del vulcano più vecchio)
Non si può andare via da Stromboli senza essere prima saliti, in cima ai crateri attivi. È un escursione imperdibile sia per la bellezza del paesaggio, sia per l’emozione di poter sentire tutta l’energia del vulcano che si manifesta. Ci si muove con escursioni programmate con le guide vulcanologiche presenti sull’isola. È buona regola salire solo accompagnati dalle guide non avventuratevi da soli lassù. Affitterete tutto in paese, attrezzatura, scarponi, caschetti, luci. Vi consiglio di portarvi un paio di calzettoni spessi e possibilmente lunghi soprattutto per il percorso del ritorno.
Si parte verso le sei (prima farebbe troppo caldo). Meglio se un po’ allenati. Uno dei momenti più affascinanti per vivere l’isola è il tramonto. Il vulcano è alto circa 920 metri. Questo è il dislivello da superare. Si parte dalla chiesa San Vincenzo. I primi 450 metri in altezza sono i più facili e si percorrono senza grosse difficoltà. Nel secondo tratto, detto del Liscione, il sentiero diventa più ripido, più roccioso e franoso. Ci mettiamo circa 2 ore e mezza a salire. Lo sforzo sarà ripagato quando, ad un certo punto, vi troverete immersi in un paesaggio lunare dove i crateri, con la continua attività eruttiva, dominano tutto lo scenario. La discesa avviene alternandosi tra un primo tratto sulla sabbie e un secondo tratto attraversando un canneto. Arriviamo in paese verso la mezzanotte, altre 2 ore e mezza per scendere. Prima di risalire in barca è il caso di fare un tuffo in mare.
Un’altra incredibile notte in rada. A Stromboli, per volere dei locali, le strade non sono illuminate. L’illuminazione qui è quella delle stelle, della luna e del vulcano. Credo che il cielo di quella notte mi rimarrà impresso per sempre nella mente. Non ho mai visto così tante stelle tutte insieme in tutta la mia vita e una via Lattea così ben definita, quasi da toccarla con le mani.
La mattina dopo si riparte per Salina, non senza essere prima passati con la barca alla “Sciara del Fuoco”, un pendio di cenere, lapilli e di colate laviche che si incanalano lungo una strada scoscesa fino ad arrivare al mare.
SALINA (giorno 3)
La seconda isola per estensione dopo Lipari.
Alcune scene dell’ultimo film di Massimo Troisi “Il Postino” sono ambientate nella casa rosa e nella spiaggia sottostante dove si muoveva il poeta Pablo Neruda. Per la precisione queste scene sono state girate in località “Pollara” nel Comune di Malfa di Salina. Questa baia ogni anno è visitata da milioni di turisti. Durante la navigazione verso Salina passiamo davanti a questo set cinematografico dove la luce filtra dalla scogliera al mare e crea dei contrasti assolutamente unici. Di solito in questa zona Eolo tende a manifestare la sua presenza e in effetti dato il forte vento non riusciamo ad ancorare in questa baia, ma buttiamo l’ancora in una baia più protetta in prossimità del centro abitato. Un tuffo e poi si scende a visitare l’isola.
Salina è una delle isole più fertili delle Eolie. Qui si coltivano i capperi siciliani più esportati nel mondo. È rinomata anche per la coltivazione di uve pregiate da cui si ricava la famosa”Malvasia delle Eolie”, un vino passito di sapore dolce.
Salina nei miei ricordi è rappresentata dal colore rosa pastello. Anche qua un giro al tramonto per i vicoli di questo meraviglioso centro storico, ed una serie di interessanti negozi di artigianato locale e non solo.
A Santa Maria di Salina, in località Lingua, un comune dell’isola, si trova Alfredo famoso per il suo pane “cunzato” e per le sue granite.
Il pane “cunzato” ossia condito, è una delle ricette della tradizione popolare siciliana. Era considerato un “cibo povero”, ma vi assicuro che dopo averlo mangiato potreste tranquillamente sentirvi sazi almeno per un giorno intero. Si tratta di una pagnotta di grano duro tagliata a metà e privata di una parte della sua mollica condita con i meravigliosi e buonissimi prodotti locali di questa fantastica terra: la ricotta salata, i pomodori secchi, le olive, l’olio, l’origano, il pepe, le acciughe salate, il tonno, i capperi, la cipolla, i cucunci, le melenzane sottolio o grigliate, zucchine, gamberetti, ecc.
Questa è una tappa fissa di questa isola a cui non si può rinunciare.