Isole Pontine
Le isole Pontine o Ponziane sono un arcipelago di sei isole nel Mar Tirreno, al largo delle coste del golfo di Gaeta. L’isola più grande è Ponza, ma l’arcipelago comprende anche le isole di Ventotene, Palmarola, Zannone, Gavi e Santo Stefano.
Le ultime due sono poco turistiche in quanto sono private, oltre che prive di spiagge e praticamente disabitate. L’Isola di Ponza, Gavi, Palmarola e l’Isola di Zannone fanno parte del Parco Nazionale del Circeo
Sono raggiungibili con traghetti e aliscafi, a seconda del periodo dell’anno, da diverse località situate sulla costa. Si può partire da Formia, Anzio, Terracina, San Felice Circeo (solo per Ponza e da Ponza per Palmarola), Napoli (per Ventotene e Ponza), Pozzuoli ed Ischia.
Isole Pontine: Ponza
Mi imbarco a Formia e raggiungo Ponza con l’aliscafo in circa un’ora e mezza.
Arrivo sull’isola quando il sole sta quasi per tramontare. Appena scendo dall’aliscafo mi rendo conto della bellezza di questo porto, dei colori del borgo, delle mura, delle case del paese, delle barche dei pescatori, del mare.
La forma curvilinea dei porti romani con le case che affacciano direttamente sul mare. Il porto rappresenta il centro della vita isolana. Qui troverete la imbarcazione dei pescatori, i negozi, i bar, i ristoranti e i locali che si animano soprattutto di sera e danno una sfumatura di mondanità a questa isola frequentata anche da personaggi famosi.
L’isola è nota per le sue spiagge rocciose e sabbiose, per gli archi naturali che qui si trovano spesso nel paesaggio, così come i faraglioni.
Nell’isola di Ponza esistono decine di spiagge e calette: tra le più famose, la celebre spiaggia Chiaia di Luna, una spiaggia di sabbia molto piccola, circondata da un’alta scogliera di tufo giallo a picco sul mare, quella di Lucia Rosa, amata per i suoi tramonti, la baia di cala Feola con le piscine naturali, e la spiaggia del Frontone, dove in molti si recano con i barchini per l’aperitivo.
Le sue grotte sottomarine e i suoi fondali offrono un magnifico spettacolo anche marino, molto apprezzato dai sub. La costa è bellissima e frastagliata e una vacanza in barca a vela è sicuramente uno dei modi migliori per scoprire ed esplorare le isole pontine.
Ci lasciamo alle spalle il porto e navighiamo in direzione di Le Forna dove buttiamo l’ancora e ci fermiamo per un tuffo e per il pranzo.
Isole Pontine: Palmarola
Situata a 7 miglia di mare da Ponza, è la terza isola per grandezza dell’arcipelago ponziano, dopo Ponza e Ventotene. Chiamata anche “la Forcina” per la sua forma, il suo nome in realtà deriva dalla palma nana, che cresce selvatica sulla sua superficie.
Abitata solo nel periodo estivo, diventa luogo di ritiro per i ponzesi che si rifugiano nelle case grotta, tipiche abitazioni scavate nella roccia di Palmarola.
Arriviamo verso sera a sud dell’isola. Ecco i faraglioni di Mezzogiorno, 4 piccoli isolotti chiamati così per la loro posizione geografica. Buttiamo l’ancora proprio a Cala Mezzogiorno dove passeremo la serata in rada con una bella bottiglia di vino, forse due, una cucina eccellente con un crudo di gamberi comprati a Ponza prima di partire e i colori del sole quando scende nel mare.
L’alba in pozzetto
La mattina successiva sveglia puntata 20 minuti prima del sorgere del sole. Il tempo necessario è quello di aprire gli occhi, mettere sui fornelli la moka del caffè preparata la sera prima, avvolgersi modello omino Michelin nella copertina di pile rosso (fa ancora freddo in questa stagione a quest’ora), basta tenere fuori gli occhi e la bocca per bere il caffè bollente.
È così che si aspetta l’alba in pozzetto. Quella è la prima alba della mia stagione, un’alba rimasta nel cuore.
L’isola è una riserva naturale e grazie al suo aspetto incontaminato e alla spettacolarità della sua natura è considerata una tra le più belle isole del mondo. Arriviamo con la barca al Faraglione di San Silverio. Un insieme di grotte e anfratti misteriosi nella penombra degli archi in cui ci infiliamo con il tender. Le acque di quest’isola hanno colori e riflessi incredibili.
Altre zone caratteristiche da raggiungere, a seconda della rotta che state percorrendo, quella della famosa parete rocciosa detta “La Cattedrale” fatta di scogli protesi dal mare verso il cielo che formano archi a sesto acuto come guglie gotiche e quella delle “Le Galere”, qui gli scogli sono maculati, nero su ocra, di ossidiana un vetro nero purissimo che in questa zona probabilmente veniva estratto in epoca primitiva.
Noi disancoriamo e facciamo rotta su Ventotene ci sono circa 28 miglia di navigazione da percorrere.
Isole Pontine: Santo Stefano
Prima di arrivare a Ventotene passiamo vicino a questo famoso e suggestivo isolotto.
Santo Stefano è una piccola isola situata al largo della costa fra Lazio e Campania, a circa 2 km da Ventotene. Fa geograficamente parte delle Isole ponziane ed è di origine vulcanica con una forma circolare di meno di 500 metri di diametro. Le scogliere ripide e l’esposizione ai venti hanno sempre reso difficile l’approdo su questa isola.
Al momento l’isola è disabitata. L’unico edificio presente sull’isola, per il quale è nota, è un carcere con forma circolare fatto costruire nel periodo borbonico (circa 1794) da Ferdinando IV di Borbone ed in uso fino al 1965.
Il carcere di Santo Stefano
Il penitenziario fu voluto da Ferdinando IV di Borbone, al fine di confinarvi tutti coloro che colpevoli di reato potessero “infettare” la società “sana”. La struttura carceraria si sviluppa su tre piani sorretti da archi e loggiate. Novantanove celle si affacciano su un’unica visuale interna ad un cortile comune.
Nessuna aperura verso il mare.
Una struttura circolare più precisamente a ferro di cavallo. Secondo una teoria formulata da un filosofo di metà settecento con questo tipo di conformazione architettonica era possibile ottenere il dominio di una mente sopra un’altra mente: l’affaccio solo verso l’interno era stato concepito e studiato al fine di far sapere al carcerato di essere costantemente controllato dalle guardie del penitenziario.
Il penitenziario ospitava nel punto centrale una cappella di forma esagonale con altare centrale, un ospedale, gli alloggi e gli uffici, dei dirigenti, degli ufficiali sanitari, per gli addetti alla custodia dei reclusi. La presenza di laboratori e di una serie di celle di segregazione privi di finestre.
Un paese dentro un carcere. Nel corso degli anni fu ampliato per accogliere un maggior numero di detenuti. Quando venivi spedito nel carcere di Santo Stefano andavi a finire in esilio.
Nel 1800 con l’inizio del periodo relativo ai moti rivoluzionari le finalità del carcere cambiano passando da luogo di “espiazione” di reati comuni a vero e proprio centro di perseguitati politici. Furono anni terribili. Qui si moriva sottoposti a sevizie di ogni genere e spesso i cadaveri venivano fatti sparite gettandoli a mare.
Le mura del Carcere di Santo Stefano ospitarono anche i famosi detenuti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi che nel 1941, redassero lo storico Manifesto di Ventotene. Il Periodo fascista vede confinato a Ventotene Sandro Pertini futuro Presidente della Repubblica Italiana.
Dopo la Seconda Guerra mondiale il carcere riprese la sua funzione di penitenziario per detenuti comuni. Il 25 febbraio del 1965 la struttura penitenziaria chiuse per sempre i battenti.
Isole Pontine: Ventotene
L’isola che “tiene il vento”, originariamente chiamata Pandataria o Pandeteria (la terra che tutto dona), quest’isola dalla forma allungata è un piccolo gioiello.
Un’ isola dal ritmo lento e rilassato, un mare bellissimo, poche case, raccolte attorno al porto, nessuna macchina e un’antica storia legata alle famiglie dell’impero romano, che su quest’isola mandarono in esilio alcuni dei componenti delle famiglie imperiali romane.
Prima l’imperatore Augusto esiliò la figlia Giulia (resti di villa Giulia a Punta Eolo), poi l’imperatore Tiberio esiliò la nipote Agrippina e più tardi l’imperatore Nerone esiliò sua moglie Ottavia, dopo averla ripudiata.
Il Porto Romano
Il Porto Romano di Ventotene, chiamato anche Porto Vecchio, costituisce un approdo estremamente particolare e unico nel suo genere. Esso non è infatti proteso in mare come la maggior parte dei porti, ma risulta invece essere quasi aggrappato alla terraferma.
La storia del Porto Romano di Ventotene è la testimonianza del patrimonio storico e archeologico lasciato del rigoglioso passaggio dell’impero romano su questa isola. È stato costruito in modo tale da consentire l’accesso anche in condizioni di tempo avverse, un porto perfetto e ben protetto dai venti e dalle correnti, che era usato dalle navi mercantili.
È il risultato da un faticoso lavoro di escavazione realizzato ad opera dei romani, grazie al quale realizzarono un bacino artificiale profondo circa tre metri e completamente circondato da roccia. Furono estratti dal banco tufaceo circa 60.000 metri cubi di roccia.
Si conservano del periodo romano, tre bitte intagliate nel tufo, impiegate per l’ormeggio delle navi, ed altresì una lunga serie di arcate realizzate nel banco roccioso, ed una sequenza di rampe, costruite ad opera dei Borboni in occasione del programma di riassetto urbanistico dell’isola, con lo scopo di facilitare il collegamento tra la piazza della Chiesa e la zona abitata di Ventotene.
Se il Porto nuovo è l’attracco per i traghetti e gli aliscafi, il porto romano invece è ancora il luogo dei pescherecci e delle piccole imbarcazioni, dei pescatori e di localini tipici dove fermarsi a sorseggiare qualcosa.
Siamo appena arrivate a Ventotene ci vuole un cin cin con aperitivo. Ci fermiamo da “Un mare di sapori” azienda agricola Musella. La location sul porto romano sotto gli archi scavati nel tufo e il panorama già meritano.
Il cibo è delizioso. Qua è tutto a chilometro zero: la zuppa di lenticchie con il crostone col polpo, le cicerchie (un legume del sud Italia) con cozze e vongole, le frittelle di fave. Alcune dei loro prodotti (biscotti, liquori e marmellate) si possono persino comprare direttamente lì.
A Ventotene l’acqua è incredibilmente limpida. La spiaggia più famosa è Cala Nave di fronte la suggestiva isola di Santo Stefano e a fianco gli scogli sotto il faro.
Dal Belvedere situato dietro il Municipio (si accede dalla piazza principale del paese) si attraversa un rigoglioso giardino ricco di macchia mediterranea e si sfocia su una passerella che affaccia sul mare. Da qui la vista verso Santo Stefano.
La libreria di Ventotene
Ventotene è meta per intellettuali e non a caso tra le sue principali attrattive c’è una piccola libreria chiamata “L’ultima spiaggia” in cui trovare sia best seller che edizioni particolari e il cui proprietario organizza spesso stimolanti presentazioni e dibattiti.
Impossibile non comprare qualche testo. I libri sul mare qui sono onnipresenti (il piccolo libro dei venti) e io non vedo una libreria così ben fornita da anni.
Fabio Masi, il proprietario dell’ ultima spiaggia, arriva su questa isola da Genova ogni anno alla fine di aprile. Potrete trovare questa libreria aperta fino alla fine di settembre.
D’inverno invece potete scovare altri interessanti testi nella sua libreria a Camogli oppure nella mia tanto amata Genova alla libreria “L’amico ritrovato” in via Luccoli.
La Festa di Santa Candida
Non dimentichiamo infine la chiesa di Santa Candida, patrona dell’isola. La santa patrona dell’Isola, Santa Candida, è festeggiata il giorno 20 settembre a conclusione di giorni di eventi e manifestazioni che mescolano religiosità e tradizioni isolane.
Uno degli aspetti più caratteristici e folcroristici di questa festa è il lancio delle mongolfiere. Ogni anno in occasione della festa i giovani dell’isola si cimentano in una serie di lanci di mongolfiere realizzate con carta velina e decorate a mano che si differenziano per forma e colori diventando dei veri e propri capolavori che si innalzeranno in cielo simboleggiando i voti fatti dagli isolani alla Santa Patrona.
La festa termina con la processione della Barca di Santa Candida. La Statua di Santa Candida viene portata in spalla per le strade dell’isola fino al porto, dove tutte le imbarcazioni espongono il gran pavese e salutano la Patrona con le sirene.
Ventotene è un’altra isola entrata nel cuore, uno di quei posti da cui fai un pò fatica ad andartene e dove sai che sicuramente ritornerai.
Adesso rotta su Ischia…e poi...Procida aspettami là!