“Secondo la leggenda la Dea Venere, dea della bellezza, emergendo dalle meravigliose acque del Mar Tirreno, lasciò cadere dalla collana che portava intorno al collo sette perle, le quali caddero in mare diventando le sette isole dell’Arcipelago Toscano”
Il Parco Nazionale dell’ Arcipelago Toscano ha una superficie di 17000 ettari di terra e 60000 ettari di mare, è il più grande Parco marino d’Europa e comprende le isole principali dell’Arcipelago Toscano: Isola d’Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona, più una seria di isolotti e scogli minori.
Tutte le isole fanno inoltre parte del Santuario Pelagos per i mammiferi marini, un’area marina protetta che si estende per 90000 kmq, istituita grazie a un accordo tra Italia, Principato di Monaco e Francia. Una meravigliosa rassegna di ambienti naturali, di vegetazione, di cultura, storia e arte.
Questo viaggio in barca a vela è stato uno dei viaggi con più ore di navigazione in pochi giorni che abbia fatto fino ad ora e io amo stare in navigazione. L’ho già ripetuto più volte non sono una da vestitini da sfoggiare a terra o da serate mondane. Prediligo la navigazione giornaliera, i tuffi la mattina al sorgere del sole come mamma mi ha fatta, e le notti in rada…preparare il cibo in barca, stare a piedi nudi e godermi la condivisione con l’equipaggio mentre si cucina insieme, si ascolta musica e si guardano panorami incredibili, si gioca a carte fino a notte fonda (io un pò meno perchè duro poco sono una di quelle che si addormenta presto in barca!) Insomma scusatemi ma io non sono proprio una da “dance night” a Panarea o a Porto Rotondo.
Questa rotta è stata all’ insegna della natura e con la fantastica sorpresa di incontrare un equipaggio pressochè perfetto, tre uomini e tre donne più capitan Gianni. Coordinazione e sintonia in tutto ciò che ha riguardato il vivere in barca. Roby Max Marco Rosa e Silvia ed infine io. È qui che conosco Silvia uno dei regali che il mare mi ha fatto.
Ero rientrata da un altro viaggio in barca da poco. Da posti bellissimi ma un viaggio emotivamente distruttivo. Quando ti capitano esperienze così c’è il rischio che si decida di non ripetere vacanze di questo tipo. SBAGLIATO! Dovete subito rimbarcarvi e ripartire per mare. Questo tipo di vacanze mettono molto in gioco la parte psicologica di noi stessi ed è certo che non potrete andare d’accordo con tutti i compagni di avventura che incontrerete in viaggio. Non tutti i giorni tira buon vento per mare e quindi è importante capirsi, capire e capire anche gli altri.
L’incontro con Silvietta mi ripone in uno stato di riflessione e di riequilibrio con il mondo. La barca a vela è incredibile così. Hai il cervello in pappa e incontri persone con cui in una notte ti trovi a condividere di tutto e di più.
VIAREGGIO – ELBA
Ci incontriamo al porto di Viareggio, anzi no, Silvia e i ragazzi (con cui ero entrata in contatto attraverso un gruppo WhatsApp creato da un paio di settimane) mi vengono a recuperare alla stazione di Viareggio. In porto ci aspettano Capitan Gianni e la sua Kanza: cantiere Beneteau, un First 42. S7 di tutto rispetto, pronto con le sue vele a scivolare sull’acqua per i prossimi sette giorni.
Mentre aspettiamo Rosa si va a fare cambusa all’ Esselunga di Viareggio. Quella di questa vacanza per me rappresenterà per sempre la cambusa perfetta. Una cosa così non mi ricapiterà mai più nella mia vita. Comprato di tutto e di più, mangiato e bevuto di tutto, speso davvero strapochissimo. Applausi.
Dopo una serata passata a Viareggio la mattina molliamo gli ormeggi verso le 8.30 (non senza aver comprato della focaccia e del pane fresco). Appena fuori dal porto si può spegnere il motore, “Vicimus”, abbiamo il vento, su le vele.
È giunto il momento di lasciare il continente, alla volta dell’isola più grande dell’Arcipelago Toscano: L’Isola d’Elba.
Il vento a favore ci farà fare tanti bordi e una bella bolina mentre Gianni che è un buon istruttore ci insegna tante cose. Io controllo sempre prima di partire le miglia da percorrere, tranne questa volta. Primo tratto di navigazione Viareggio Porto Azzurro : circa 72 miglia yeppaaaa. Si navigherà tra le 10 e le 11 ore. Diciamo che come inizio vacanza per me è perfetto: volevo il mare e oggi ci sto in mezzo tutto il giorno.
All’altezza di Livorno iniziamo a scorgere l’isola della Gorgona. Dopo di lei Capraia,ma ci fermeremo al ritorno. Oggi navighiamo, si sta a turno al timone, si cazza si lasca e si va.
C’è un momento della giornata durante la navigazione in cui il mare diventa color argento…è l’ora dell’argento.
Quando il sole con la sua luce bianca colpisce il mare sembra di navigare dentro un grosso pentolone mosso da onde di metallo fuso. Il mare diventa un lenzuolo d’argento così brillante che minaccia di accecarci. Brilla e luccica come fosse cosparso da innumerevoli diamanti. E si muove proprio come una coperta…fa una specie di danza. Come quando prendi una coperta riposta nell’armadio da un pò di tempo e per aprirla e stenderla dai un colpo secco con la mano e lei volteggiando per qualche secondo nell’aria si apre.
E tu ti fermi, accecata e in ammirazione.
Arriviamo a Porto Azzurro verso ora di cena. Si prepara qualcosa a bordo e poi si va a dormire. Siamo tutti cotti.
I tre giorni successivi li passiamo girovagando alla scoperta dell’Elba.
SPIAGGIA DI CAVOLI
Stamattina ci svegliamo con calma, una bella colazione in rada davanti a Porto Azzurro e poi via: oggi bagni e relax toccando le spiagge nella parte sud dell’Elba. Siamo al 20 di agosto è in mare ci sono tantissime imbarcazioni. Ci dirigiamo verso la zona di Marina di Campo e Cavoli dove ormeggiamo davanti all’omonima spiaggia.
La spiaggia di Cavoli è uno dei lidi più famosi dell’Isola d’Elba. Il mare è limpidissimo. L’ esposizione a sud e il Monte Capanne protegge la baia dai venti settentrionali. Fa caldissimo, oggi rimarremo in acqua tutto il giorno.
La spiaggia costituita da sabbia granulosa, lunga circa 350 metri e larga fino a 25 metri è divisa in due da una breve scogliera: il tratto più ampio a est ospita vari stabilimenti balneari, quello più piccolo ad ovest è libero e frequentato soprattutto da chi cerca un po’ più di tranquillità.
Dalla barca ci tuffiamo e a nuoto raggiungiamo la scogliera. Ci arrampichiamo e saltellando da una roccia all’altra di questi scogli (a piedi nudi, voi ricordatevi di infilarvi le scarpe di gomma che è meglio!!!) raggiungiamo la spiaggia.
Una splendida insenatura circondata dalla macchia mediterranea e da scogliere con un fondale bassissimo da cui mi rendo conto ancor di più della trasparenza incredibile dell’acqua.
Dalla spiaggia di Cavoli l’orizzonte spazia sulle isole di Montecristo e di Pianosa.
Sul lato orientale di Cavoli è possibile andare a scoprire la splendida Grotta Azzurra, chiamata anche Grotta di Mare, raggiungibile solo in barca o con i tender, attenti ad arrivarci a nuoto. La zona è molto affollata è può essere pericoloso con tutto il via e vai di imbarcazioni.
Inutile dirvi quanta folla di persone c’è in spiaggia. È in questi momenti quando scendo a terra che mi rendo conto della differenza e del privilegio di poter assaporare una vacanza in barca a vela anche in alta stagione. Non credo che riuscirei più a stare ferma su una spiaggia a luglio o ad agosto. La barca è la mia casa felice da cui ammirare il mondo in assoluto relax lontano dai rumori e dalla folla.
Così ritorniamo da Kanza a nuoto direttamente dalla spiaggia. È ora di pranzo e dopo tutto questo perlustrare e nuotare io ho una fame boia!
SPIAGGAI DI FETOVAIA
Dopo pranzo si va verso Fetovaia dove passeremo poi la notte in rada.
Ci stiamo dirigendo lentamente verso la parte occidentale dell’Elba.
Anche Fetovaia è una delle spiagge più suggestive dell’isola. Sabbia e scogliere di granito e i colori del mare che, variando dal blu intenso al verde chiaro, fino al bianco della sabbia, offrono sensazioni ineguagliabili.
Anche qua il fondale si abbassa lentamente e l’acqua cristallina, turchese e calma rende l’atmosfera di Fetovaia un vero e proprio paradiso.
La spiaggia è riparata da quasi tutti i venti. Punta Fetovaia la ripara dai venti occidentali e il Monte Cenno, alle pendici del Capanne, la ripara dalla Tramontana favorendo un microclima mite anche nei periodi invernali. Lo Scirocco è l’unico che, nelle giornate di burrasca, disturba la trasparenza e la calma del mare.
Vicino alla spiaggia di Fetovaia, una serie di scogli lisci risultano essere più appartati e più tranquilli, indicati per fare qualche tuffo e prendere gli ultimi raggi di sole per godere del massimo relax.
È ora del prosecco e dell’aperitivo e poi di cucinare. Abbiamo conosciuto un po’ di gente sulle barche ormeggiate di fianco a noi. Quindi un tuffo e si sale da una parte un tuffo e si torna di qua. È tutto molto lento. Non ho assolutamente intenzione di scendere a terra in mezzo a quel casino che ci sarà. Rovinerei il mio karma che si è riallineato. Il mare mi protegge. Resto qua.
Bisogna programmare la rotta dei prossimi giorni. Domani ancora Elba ma poi si decide per un nuovo tratto di navigazione abbastanza lungo. Corsica del nord e poi Capraia. Dicono che passeremo un sacco di ore in navigazione. Va bene intanto aspettiamo il vento.
MARINA DI MARCIANA
Dopo un’altra giornata passata tra una cala e l’altra a tuffarsi nel tardo pomeriggio arriviamo a Marciana.
Il paese di Marciana Marina si trova al centro di un piccolo golfo, circondata da un ricco bosco di pini e castagni e querce. Con i suoi pittoreschi quartieri dalle strette strade di granito e le case dai colori pastello affacciate sul mare, è tra le più note località dell’Isola d’Elba.
Mentre ci avviciniamo notiamo subito la forma particolare dei suoi scogli : il Cotone (nome che deriva dal latino «Cos, Cotis» e significa scogliera, serie di scogli).
Scendiamo in paese, stasera si cena a terra. Il paesino di Marciana Marina a me è piaciuto davvero molto.
La caratteristica di questa piccola baia chiusa dai suoi scogli che lo delinea un po’ come un piccolo borgo di pescatori: vecchi edifici arroccati sugli scogli sul mare con le variopinte facciate erose dal salmastro e le barche tirate in secco proprio sotto la spiaggia di fronte alle case.
Bella la passeggiata sul lungomare con bar negozi e ristoranti con ai lati i filari di tamerici termina con la Torre degli Appiani. L’antica Torre, eretta come avamposto di avvistamento a difesa delle fornaci dagli assalti dei corsari di Dragut, rappresenta un vero e proprio simbolo per il paese, che pur mantenendo l’antica vocazione dell’agricoltura e della pesca, oggi si è notevolmente sviluppato nel settore turistico.
Ci fermiamo a cena dal Gastronomo, siamo una grossa tavolata ed essendo agosto il paese è alla sua massima capienza ma riusciamo a prenotare in questo ristorante. Questo posto dà la possibilità anche di cucina di asporto. È una buonissima gastronomia dove mangiare molto bene ad un ottimo rapporto qualità prezzo per essere sull’isola d’Elba.
Questa sarà l’unica sera che decidiamo di cenare a terra. Facciamo notte fonda. Tra qualche ora si accendono i motori e si parte per la Corsica.