STRADA NUOVA – VIA GARIBALDI
Negli anni straordinari fra Rinascimento e Barocco, i nobili genovesi fanno progettare e costruire una serie di palazzi ricchissimi in Strada Nuova, oggi via Garibaldi, creata dal nulla come teatro della loro magnificenza. Un modo per queste famiglie di autocelebrarsi.
Strada Nuova divenne da subito sede di un nuovo quartiere aristocratico.
Le più antiche famiglie della nobiltà cittadina parteciparono a questa operazione, gli Spinola, i Grimaldi, i Lomellino e i Pallavicini.
Genova si arricchisce di magnifiche facciate con decorazioni in stucco, marmo o dipinte, atri grandiosi, splendidi giardini con fontane e ninfei; e all’interno, grandi saloni affrescati, sontuosi arredi, pregiate collezioni, ricche quadrerie. Questa passeggiata nella Genova cinque-seicentesca dei banchieri e degli armatori, rimanda al momento di massimo splendore della città.
Il numero e lo splendore dei palazzi dà vita a un particolare sistema di ospitalità pubblica, fissato nel 1576 da un Decreto del Senato: viene istituito un elenco ufficiale dei palazzi di pregio, e si obbligano i loro proprietari a ospitare, a turno, visite di stato.
I PALAZZI DEI ROLLI
I “rolli” erano dei rotoli di pergamena dove erano elencati i più bei palazzi dell’aristocrazia genovese.
I Palazzi dei Rolli sono un gruppo di palazzi nobiliari che, al tempo dell’antica Repubblica, erano obbligati, sulla base di un sorteggio pubblico da queste liste, ad ospitare le alte personalità che si trovavano a Genova in visita di Stato.
A seconda del rango dell’ospite in visita, veniva scelto un palazzo per ospitarlo: più elevato era il grado di nobiltà dell’ospite, più fastoso doveva essere il palazzo e più ricca la famiglia che aveva l’onore e l’onere di accoglierlo. Erano previste tre categorie di importanza, o bussoli.
I Rolli, visitabili oggi sia nella Strada Nuova (via Garibaldi) sia nell’area limitrofa, raccontano una storia secolare di relazioni internazionali e di apertura dei Genovesi al rapporto con i rappresentanti di paesi e culture diverse.
Nel 2006 “Le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi del Rolli” vengono inseriti nel Patrimonio dell’ Umanità dell’UNESCO. Il sito comprende 42 palazzi dei Rolli, fra gli oltre 100 esistenti, che da Strada Nuova arrivano a gran parte del centro storico attraverso Via Lomellini, Piazza Fossatello e Via San Luca, fino a Piazza Banchi e al mare.
Due volte all’anno (a maggio e a ottobre) i proprietari dei palazzi, aprono i portoni a tutti e mostrano al pubblico i loro tesori.
I palazzi dei Rolli, in alcuni casi, appartengono ancora oggi a privati, mentre molti sono diventati sedi di banche o uffici. Alcuni sono diventati Musei e sono quindi sempre visitabili: i palazzi dei Musei di Strada Nuova, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Pellicceria, il Museo di Palazzo Reale
Così Genova si veste a festa e si torna indietro nel tempo quando la Superba “dirigeva”il Mediterraneo.
Questi sono i giorni dei Rolli Days. Ogni anno io ne visito qualcuno.
ROLLI DAYS MAGGIO 2019
Particolarità dell’edizione di questo maggio è stato rendere omaggio all’importanza della Val Polcevera nella storia e nella cultura di Genova.
La visita alle strutture aperte per i Rolli Days, che vi ricordo essere gratuita, tranne che in pochissimi palazzi, è accompagnata dalla presenza di Divulgatori Scientifici, che vi raccontano le storie di arte, cultura e vicende delle famiglie genovesi e dei loro palazzi, illustrandovi gli affreschi, le decorazioni e i loro interni.
Si tratta per lo più di giovani studiosi, esperti d’arte, e in alcuni casi vere e proprie guide turistiche che in questi anni ho trovato di estrema bravura e competenza.
Per me partecipare ai giorni dei Rolli è diventato un’appuntamento imperdibile almeno una volta all’anno. Un modo per scoprire ogni volta un pezzettino in più di questa meravigliosa città di cui io sono follemente innamorata sin da quando ero piccola.
L’edizione di maggio 2019 si è tenuta il 4 e 5 maggio. Se non avete fatto in tempo a partecipare all’edizione primaverile dei Rolli Days, niente paura, avrete una seconda possibilità in autunno nel mese di ottobre. Le date precise saranno disponibili presto sul sito del Comune di Genova (http://www.visitgenoa.it/)
Nei prossimi paragrafi vi mostro i palazzi che ho toccato io nel mio percorso.
Vi carico la mappa scaricata dal sito del Comune di Genova dove vi potrete rendere conto del tracciato e del percorso toccato dai Palazzi. È tutto per la maggior parte contenuto nel cuore della città. Per chi come me arriva a Genova in treno e scende a Genova Piazza Principe, per raggiungere il centro ci si trova a percorrere Via Balbi ed è subito qui che inizia la grandezza. Vi parlo di Palazzo Reale.
MUSEO DI PALAZZO REALE (Palazzo Stefano Balbi) – via Balbi 10
Chiudo gli occhi e mi immagino…
I musicisti suonano il clavicembalo, l’armonica, il liuto e l’organo, in fondo alla galleria. La stanza inondata di luce che si riflette fra gli specchi e i cristalli dei lampadari. Mi vedo danzare fra gli specchi di questa galleria in un vestito azzurro polvere con un’ampia gonna ricamata d’oro. Siamo in pieno periodo barocco. Fuori da quelle finestre il mare…
Il mare? Ma dove siamo? Sembra Versailles ma il mare lì non c’è. Infatti siamo a Genova.
Benvenuti nella Galleria degli Specchi di Palazzo Reale.
Se devo definirla a impatto mi viene di getto la parola “da brividi”
Le tantissime stanze del Museo di Palazzo Reale sono un tesoro tutto da scoprire di dipinti, affreschi, sculture, stucchi e arredi.
Palazzo Reale nasce come grande dimora patrizia edificata nel 1643 dai Balbi e poi dai Durazzo, che lo ampliarono alla fine del Seicento. Diventa Palazzo Reale nel 1824 quando viene acquistato dai Savoia.
È uno dei più vasti complessi architettonici sei-settecenteschi a Genova con saloni di rappresentanza completi di affreschi, stucchi, dipinti, sculture, arredi e suppellettili appartenuti alle famiglie nobili e reali che lo abitarono. Le volte dei salotti e delle gallerie sono affrescate da alcuni dei nomi più importanti della decorazione barocca e rococò.
È sotto l’influsso della famiglia Durazzo che inizia ad acquisire tutta la magnificenza che possiamo ancora oggi ammirare. Risale a quel periodo la Galleria degli Specchi, per la quale venne presa come esempio quella di Versailles. Dopo i Durazzo è la volta dei Rè della famiglia Savoia. Ed è proprio sotto il loro dominio che vennero allestite la Sala del Trono, la Sala della Udienze, il Salone da Ballo e gli appartamenti del Rè e della Regina.
Nella prima metà del Settecento il palazzo assunse un’articolazione tutta scenografica, con la costruzione dei due corpi scala, del grande terrazzo a U che scenograficamente abbraccia l’orizzonte marino e tutto il porto di Genova.
Una terrazza vista mare, nel vero senso della parola.
Sullo sfondo, al di là della loggia di ingresso, si apre il giardino pensile, l’altra perla di Palazzo Reale, situato proprio sotto il terrazzo, sempre rivolto verso il mare.
La sistemazione odierna di questo spazio aperto verso il mare risale al 1965-1966 quando fu qui sistemato il settecentesco rissêu. La straordinaria pavimentazione è stata poi perfettamente e recentemente restaurata nel 2018 restituendo piena leggibilità a uno dei mosaici più raffinati dell’intera regione. Nei sapienti incastri si avvicendano piccoli ciottoli bianchi e neri e qualche dettaglio a colori, su uno sfondo scuro che crea meravigliose tessiture con le forme appiattite e varie delle pietre.
Palazzo Reale cambiò proprietario per l’ultima volta nel 1919, quando Vittorio Emanuele III lo cedette allo Stato Italiano, che oggi vi ha insediato uffici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la sede del Museo di Palazzo Reale.
PALAZZO BRIGNOLE GIO CARLO – Piazza Meridiana 2
Affacciato sulla piazza detta “della Meridiana”, il palazzo per più di un secolo, con il suo giardino, ha fatto da sfondo alla Strada Nuova, impedendone, insieme a quello di fronte, di Gerolamo Grimaldi, la prosecuzione verso ponente, avvenuta solo negli anni settanta del Settecento con l’apertura di Strada Nuovissima (oggi via Cairoli).
Fino al 1664 il palazzo aveva l’accesso sul vico di Santa Maria degli Angeli, sul quale affacciava anche con una loggia, e aveva una distribuzione architettonica di atrio-scalone. Un accesso che poi, in conseguenza dell’apertura della Strada Nuovissima venne spostato sulla nuova via.
Oggi quel loggiato e quell’atrio, sono stati chiusi e costituiscono l’elegante sala da pranzo del ristorante Ferro e Fuoco proprio nella parte retrostante del Palazzo.
La magnificenza che i Brignole vollero per la propria dimora nel corso del Seicento e del Settecento è ancora oggi testimoniata dagli affreschi delle sale del piano nobile, dove sono affrescate le storie di Flora, Prometeo che dà vita alla statua, Aurora e Diana.
PALAZZO ROSSO (Palazzo Brignole Sale Rodolfo e Francesco) – via Garibaldi 18
Forse uno in assoluto dei più conosciuti e dei più famosi di Genova.
Durante le giornate dei Rolli i turni di visita durano circa 40 minuti. Questo Palazzo appartiene al Circuito dei Musei di Strada Nuova, insieme a Palazzo Bianco e Palazzo Doria Tursi, oggi di proprietà del Comune di Genova, quindi lo trovate aperto sempre, tutti i fine settimana a pagamento.
Andate a visitarlo e assaporatelo con calma durante l’anno. Probabilmente nell’autunno Palazzo Rosso chiuderà i battenti per un po’ di tempo per dei lavori di ristrutturazione.
Il palazzo presenta due piani nobili sovrapposti identici, destinati ai due fratelli eredi della famiglia Brignole Sale.
Dal caratteristico colore rosso genovese a cui deve il suo nome, accoglie sontuosi e sfarzosi interni e affreschi molto importanti. Al primo piano nobile troverete “La cuoca” di Bernardo Strozzi. Nei saloni del secondo piano nobile, invece, le Allegorie delle Stagioni.
Vi è poi un terzo piano, accessibile attraverso una scala ottagonale disegnata dall’Architetto Albini negli anni 50. All’ultimo piano del palazzo vi è un terrazzo belvedere da cui si può godere di una magnifica vista sulla città.
PALAZZO BIANCO (Palazzo Luca Grimaldi) – via Garibaldi 11
Appartenente sempre alla famiglia Brignole-Sale e poi diventato Museo Civico.
Oggi è una pinacoteca con diverse sale espositive. A Palazzo Bianco è esposto Ecce Homo, il capolavoro di Caravaggio. Il giardino di Palazzo Bianco collega lo stesso al vicino Palazzo Doria.
PALAZZO DORIA TURSI (Palazzo Nicolò Grimaldi) – via Garibaldi 9
Sede del Comune di Genova.
Vi sono sempre diverse mostre ed esposizioni. Durante i Rolli Days, una mostra sulla moda, sulle monete antiche e sulle ceramiche.
Accanto alle sale di rappresentanza, inoltre, si trova la Sala Paganini dove è custodito il Cannone, ovvero il celeberrimo violino di Nicolò Paganini costruito dal liutaio cremonese Guarnieri del Gesù.
PALAZZO LOMELLINI NICOLOSIO – via Garibaldi 7
Questo Palazzo è ufficialmente il mio preferito.
Credo che un po’ sia per il suo colore, Azzurro Polvere, un po’ per i decori incredibili, interamente a stucco, della facciata su Via Garibaldi e del suo atrio ovale e un po’ per quel giardino segreto, pieno di limoni, aranci, iris e giochi d’acqua.
Dopo cinque minuti che si percorrono le stanze dei due piani nobili si è rapiti dalla sua storia e dai suoi affreschi. Te lo dimentichi di essere in pieno centro a Genova. Sei una fiaba del 1700.
L’edificio, ancora oggi di proprietà privata, ed in parte abitato dai discendenti della Famiglia Lomellini, è stato ristrutturato nel 2004. È accessibile negli spazi dell’atrio, del giardino e del ninfeo e nelle sale dei due piani nobili, in cui si organizzano mostre, visite guidate a pagamento.
Dall’androne di ingresso color polvere arriverete davanti alla fontana e al suo straordinario ninfeo, raffigurante il Mito di Fetonte, che prelude al grande giardino su più livelli ricavato nel versante della collina del Castelletto.
I due livelli di giardino si raggiungono attraverso i piani nobili del palazzo. La vista sui tetti della città è incredibile. Tantissimi fiori, limoni, aranci, addirittura un minareto.
Il palazzo è composto da due piani nobili. Nel primo vi ritroverete davanti a un’opera d’arte davanti alla quale io mi sono emozionata tantissimo. Devo dirvi che avevamo una guida che ha raccontato le vicende e le commissioni dell’epoca di questa famiglia in un modo altrettanto fortemente emozionante. Se potessi dargli un voto nella narrazione sceglierei 11.
In questo palazzo troverete gli affreschi che Luigi Centurione commissionò nel 1623 a Bernardo Strozzi per le sale del primo piano nobile, raffiguranti l’Allegoria dell’evangelizzazione del Nuovo Mondo e, seppur frammentaria nella sua leggibilità, l’Allegoria della navigazione, soggetti recentemente scoperti sotto volte in canniccio e restaurati nella loro ricchezza cromatica e curiosità di soggetti: indios, uccelli esotici, scene di caccia e di cannibalismo.
Questi affreschi sono ad oggi riconosciuti con la certezza di essere degli originali Strozzi. Si deve il ritrovamento degli inediti affreschi di Bernardo Strozzi, a Mary Newcome Schleier, storica americana, studiosa dell’arte genovese e barocca, che hanno reso celebre Palazzo Lomellino.
L’americana decise di andare a suonare il citofono di Palazzo Lomellini dicendo che lei era certa che da qualche parte in quel palazzo vi erano degli originali di Strozzi. Ovviamente la famiglia la prese per pazza.
Dopo una svariata serie di vicende la studiosa americana riuscì a convincere la famiglia ad entrare nel palazzo dove rimase per quattro mesi cercando. Fù lei che dopo mesi vani, ebbe l’idea di demolire la volta di un soffitto e tadammmm. Ecco apparire in “Nuovo Mondo”
Sempre in questo Palazzo è possibile ammirare le opere attribuite al maestro olandese, Pieter Mulier, noto come il Cavalier Tempesta, emerse dal recupero conservativo realizzato tra i 2009 e il 2011.